Carissimi fratelli,
l’episodio della donna di Samaria ci ricorda che metterci davanti ai nostri peccati non è l’unico da fare nella quaresima. Dobbiamo anche ritrovare Gesù e trascinare anche tutti con noi. La Samaritana ci insegna come farlo.
Quando questa donna si trova davanti il Signore, prima vede soltanto un giudeo speciale che li rivolge la parola sebbene lei e una samaritana. Dopo mostra il suo coraggio quando Gesù la mette in imbarazzo al dirgli i suoi peccati, però lei non se ne va, e riconosce in Cristo un profeta. Alla fine capisce che è molto di più, Lui è il Messia.
Questa scoperta la spinge, la muove e la trasforma in apostolo del Signore. L’incontro con Gesù tira fuori il suo meglio e la fa testimone di Dio. E’ riuscita a portare da Cristo a tutti i suoi concittadini. Abbiamo come prova le parole degli stessi paesani che riconoscono i suoi discorsi come il mezzo che hanno portato loro alla fede.
La quaresima è sempre un tempo di grazie, per niente triste come pensano alcuni. Rinnovare il nostro rapporto con Dio ci da anche nuove forze per evangelizzare, per comunicare il Vangelo. Nessuno può dare ciò che non ha, perciò chi non incontra Gesù non sarà capace di darlo agli altri. Siamo discepoli nella misura che siamo amici del Signore.
Oggi la testimonianza della Samaritana è per noi una chiamata, una sfida. Il mondo ha bisogno d’incontrare Gesù e noi possiamo diventare ponti per tanti. Questo dipende di saper approfittare questo tempo meraviglioso, di rincontrare il Cristo nella nostra vita.
Fino al Cielo.
P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti
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