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martes, 29 de marzo de 2011

Per pregare meglio - Per la santificazione dei sacerdoti

LITANIE PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

Concedeteci, o Signore, dei sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, dei sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, dei santi sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, dei santi sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.

Santa Maria, Regina del Clero, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Giuseppe, Patrono della santa Chiesa, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Angeli ed Arcangeli, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Patriarchi e Profeti, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Martiri e sante Vergini, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Vescovi e Confessori, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi Fondatori di Ordini religiosi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Sant'Antonio da Padova, difensore dell'Eucaristia, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Pasquale Baylón, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Giovanni Maria Vianney, modello di santità sacerdotale, concedeteci dei santi sacerdoti.
San Francesco Saverio, patrono dei preti missionari, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santa Teresa del Bambin Gesù, vittima per la santificazione sacerdotale, concedeteci dei santi sacerdoti.
Santi e Beati del Cielo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per celebrare degnamente il Santo Sacrificio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per offrire quotidianamente la Santa Messa, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per nutrire i fedeli col Pane di Vita, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per favorire gli splendori del culto divino, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per rigenerare le anime col Battesimo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per istruire i fanciulli nella santa religione, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per crescere la gioventù nel santo timore di Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per annunciare a tutti la Parola di Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per convertire tutti gli infedeli e gli eretici, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per smascherare e combattere le false dottrine, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per confermare nella Fede coloro che dubitano, concedeteci dei santi sacer­doti.
Per sostenere ed incoraggiare coloro che esitano, concedeteci dei santi sacerdoti.
Beato Manuel González
Per rialzare coloro che cadono e riconciliarli con Dio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per ricondurre a Dio tutti coloro che se ne sono allontanati, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per salvaguardare la morale cristiana, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per lottare vigorosamente contro la corruzione dei costumi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per benedire delle sante unioni, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per difendere l'onore e la santità del Matrimonio, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per consolidare la gioia delle nostre famiglie cristiane, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per fortificare e consolare i nostri ammalati ed i tribolati, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per assistere i nostri moribondi, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per condurre i nostri cari al luogo dell'eterno riposo, concedeteci dei santi sacerdoti.
Per pregare ed offrire per i nostri defunti, concedetèci dei santi sacerdoti.
Per dare Gloria a Dio e pace alle anime di buona volontà, concedeteci dei santi sacerdoti.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Preghiamo
Suscita, o Signore, in seno alla tua Chiesa lo spirito di pietà é di fortezza: esso renda degni i ministri del tuo Altare ne faccia strenui assertori della Tua Parola. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

lunes, 28 de marzo de 2011

Quaresima, III Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,

l’episodio della donna di Samaria ci ricorda che metterci davanti ai nostri peccati non è l’unico da fare nella quaresima. Dobbiamo anche ritrovare Gesù e trascinare anche tutti con noi. La Samaritana ci insegna come farlo.

Quando questa donna si trova davanti il Signore, prima vede soltanto un giudeo speciale che li rivolge la parola sebbene lei e una samaritana. Dopo mostra il suo coraggio quando Gesù la mette in imbarazzo al dirgli i suoi peccati, però lei non se ne va, e riconosce in Cristo un profeta. Alla fine capisce che è molto di più, Lui è il Messia.

Questa scoperta la spinge, la muove e la trasforma in apostolo del Signore. L’incontro con Gesù tira fuori il suo meglio e la fa testimone di Dio. E’ riuscita a portare da Cristo a tutti i suoi concittadini. Abbiamo come prova le parole degli stessi paesani che riconoscono i suoi discorsi come il mezzo che hanno portato loro alla fede.

La quaresima è sempre un tempo di grazie, per niente triste come pensano alcuni. Rinnovare il nostro rapporto con Dio ci da anche nuove forze per evangelizzare, per comunicare il Vangelo. Nessuno può dare ciò che non ha, perciò chi non incontra Gesù non sarà capace di darlo agli altri. Siamo discepoli nella misura che siamo amici del Signore.

Oggi la testimonianza della Samaritana è per noi una chiamata, una sfida. Il mondo ha bisogno d’incontrare Gesù e noi possiamo diventare ponti per tanti. Questo dipende di saper approfittare questo tempo meraviglioso, di rincontrare il Cristo nella nostra vita.
Fino al Cielo.

P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti

jueves, 24 de marzo de 2011

La Annunciazione, Dio si fa uomo, il Verbo si fa carne - Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa

Il mistero della nostra riconciliazione

Dalla Maestà divina fu assunta l'umiltà della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno, la nostra mortalità; e per pagare il debito, che gravava sulla nostra condizione, la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile. Tutto questo avvenne perché, come era conveniente per la nostra salvezza, il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, immune dalla morte per un verso, fosse, per l'altro, ad essa soggetto.

Vera, integra e perfetta fu la natura nella quale è nato Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. In lui c'è tutto della sua divinità e tutto della nostra umanità.
Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. Nessuna traccia invece vi fu nel Salvatore di quelle malvagità che il seduttore portò nel mondo e che furono accolte dall'uomo sedotto. Volle addossarsi certo la nostra debolezza, ma non essere partecipe delle nostre colpe.

Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l'umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l'invisibile e mortale il creatore e il signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. Fu creatore dell'uomo nella condizione divina e uomo nella condizione di schiavo. Questo fu l'unico e medesimo Salvatore.

Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre .Entra in una condizione nuova, nasce in un modo nuovo. Entra in una condizione nuova: infatti invisibile in se stesso si rende visibile nella nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e signore dell'universo, nasconde la sua infinita maestà, prende la forma di servo; impassibile e immortale, in quanto Dio, non sdegna di farsi uomo passibile e soggetto alle leggi della morte.

Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l'umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina.

Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l'uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione con l'altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta al Verbo, e l'umanità esegue ciò che è proprio della umanità. La prima di queste nature risplende per i miracoli che compie, l'altra soggiace agli oltraggi che subisce. E, come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l'umanità non abbandona la natura propria della specie.

Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. È Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). È uomo, perché: «il Verbo si fece carne venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).

domingo, 20 de marzo de 2011

Quaresima, II Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
nel Vangelo della seconda domenica di quaresima gli apostoli vedono il volto di Gesù trasfigurato. Ma questo non è la cosa più impattante per loro. Sentire la voce di Dio Padre che manda ascoltare suo Figlio fa tremare i discepoli del Signore. Tuttavia Gesù afferma loro “Alzatevi e non temete”. Vorrei soffermarmi oggi su questa frase.

Molti pensano, quando sentono parlare della penitenza, che Dio sta arrabbiato con noi, quindi dobbiamo tranquillizzarlo a traverso le nostre opere. Allora, secondo questa concezione, la quaresima sarebbe un tempo per calmare la ira di Dio. Pensando così gli apostoli avrebbero ragione di avere paura del Padre. Però Gesù gli dice di non temere.

Quindi se non dobbiamo temere Dio, chi dobbiamo temere. Soltanto ci dovrebbe produrre paura il male e le cause del male. E’ l’uomo chi attraverso il peccato genera il male e con ciò la sofferenza. Allora dobbiamo temere l’uomo, dobbiamo di temere noi stessi.

La quaresima ci mette davanti ai nostri sbagli, ai nostri peccati. Ci fa capire come abbiamo fatto soffrire gli altri, e come è sempre il peccato ciò che sta alla radice di ogni sofferenza. Vedendo questo possiamo emendare con il digiuno, la preghiera e la elemosina. Dio è buono, non fa mai del male a nessuno. Anzi Lui ha inviato suo Figlio unico a consegnarsi sulla Croce per salvarci della conseguenza del peccato che è la morte eterna. Dobbiamo amarlo, non temerlo.

Carissimi abbiamo ancora l’opportunità di approfittare questo tempo liturgico. La lotta è dentro di noi stessi. Dobbiamo vincere l’uomo vecchio che abita in noi. Alziamoci ed andiamo al’incontro del Signore.
Fino al Cielo.

P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti

viernes, 18 de marzo de 2011

Per lodare la Parola - Pane di Vita Nuova



Pane di vita nuova
vero cibo dato agli uomini,
nutrimento che sostiene il mondo,
dono splendido di grazia.

Tu sei sublime frutto
di quell'albero di vita
che Adamo non potè toccare:
ora è in Cristo a noi donato.

PANE DELLA VITA,
SANGUE DI SALVEZZA,
VERO CORPO, VERA BEVANDA
CIBO DI GRAZIA PER IL MONDO.

Sei l'Agnello immolato
nel cui Sangue è la salvezza,
memoriale della vera Pasqua
della nuova Alleanza.

Manna che nel deserto
nutri il popolo in cammino,
sei sostegno e forza nella prova
per la Chiesa in mezzo al mondo.

RIT.

Vino che ci dà gioia,
che riscalda il nostro cuore,
sei per noi il prezioso frutto
della vigna del Signore.

Dalla vite ai tralci
scorre la vitale linfa
che ci dona la vita divina,
scorre il sangue dell'amore.

martes, 15 de marzo de 2011

Per pregare meglio - Per ottenere molti e santi sacerdoti

PADRE NOSTRO PER OTTENERE SANTI SACERDOTI

Padre nostro che sei nei cieli, Tu hai promesso di non lasciarci orfani (Gv 14,18). Continua ad essere presente in mezzo a noi nella persona di ministri santi e santificatori.

Sia santificato il tuo nome mediante il ministero dei sacerdoti che, rivestiti del sacerdozio di Cristo, ti facciano conoscere ed amare da tutti i popoli.

Venga il tuo regno, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace, perché tutte le creature, liberate dalla schiavitù della corruzione, possano partecipare alla gloriosa libertà dei tuoi figli (Rom 8,21)

Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Tu vuoi che “tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tim 2,4). Continua a mandare alla tua Chiesa i ministri che insegnino agli uomini le verità che sono via al cielo.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Non lasciar mai mancare chi spezzi il pane del Vangelo, alimento del corpo e dello spirito e apra a noi i tesori della vita divina.

Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori Tu hai dato agli apostoli il potere di rimettere i peccati (Gv 20,23): manda alla tua Chiesa sacerdoti che, con il Sacramento della Penitenza, riconciliano i peccatori con Dio e con la Chiesa.

Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male Perdona le nostre colpe, allontana da noi i meritati castighi e fa che, per la predicazione dei tuoi ministri, ogni uomo ascolti la tua voce che chiama ad amare e a fare il bene e a fuggire il male.

Così sia

domingo, 13 de marzo de 2011

Quaresima, I Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
al iniziare la quaresima il Vangelo ci propone il passaggio delle tentazioni del Signore. Lui vince ciascuna di queste con risposte presse dell’Antico Testamento. Mi sembra che quella che racchiude tutta la forza è l’ultima: “Adora il Signore, tuo Dio; a Lui solo rivolge la tua preghiera.” Infatti è questa che allontana il diavolo.

Nella prima lettura abbiamo ricordato come Eva è stata tentata. La trappola del serpente fu farla credere che al mangiare del frutto vietato sarebbe diventata come Dio. Questa è stata la tentazione, mettersi nel posto di Dio, non adorare Dio ma se stesso. La superbia è riuscita a far entrare il peccato nel mondo.

La società odierna si è dimenticata di Dio e rende culto al’uomo. Si pensa che l’essere umano è capace di tutto e quello che ancora non riesce a fare, subito imparerà a farlo. Questa è la superbia umana, tanto antica e tanto attuale.

Questa prima domenica di quaresima ci chiama a fare una scelta: adorare Dio o adorare noi stessi. Non possiamo metterci ne sopra ne alla stessa altezza del Signore.

Chi sceglie dare culto a se stesso sempre vivrà un cristianesimo “fai da te”. Non sarà la volontà del Signore me la sua volontà ciò che dirigerà la sua vita. La sua religione non sarà mai un rapporto con il suo Creatore, me un semplice elencare le sue richieste a un Dio “impiegato”. Magari andrà in Chiesa, riceverà i sacramenti e pregherà, pero il suo dio sarà sempre l’uomo.

Chi sceglie adorare il Signore, sceglie la strada giusta, che non sempre è la più facile. Cercherà di fare sempre la volontà di Dio, sebbene qualche volta potrà fallire, potrà peccare. La regola di sua vita sarà l’amore a Dio soprattutto e al prossimo come a se stesso. La sua religione sarà autentica e renderà molti frutti.

Oggi dobbiamo fare la nostra scelta perché di questo dipende il successo della nostra quaresima. Basta di essere cattolici a metà. Questo tempo liturgico, pieno di grazie e di opportunità, ci invita a cambiare di strada se siamo ancora nella sbagliata o rinnovare la scelta se siamo in quella giusta. Il Signore merita il primo posto nel nostro cuore.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

viernes, 11 de marzo de 2011

Per lodare la Parola - Dall'Aurora al Tramonto


DALL'AURORA AL TRAMONTO
Balduzzi - Casucci
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Dall'aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l'anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo istante
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio il mio riparo
mi proteggerai all'ombra delle tue ali.

Dall'aurora ...

Non mi fermerò un solo istante
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio unico bene
nulla mai potrà la notte contro di me.

Dall'aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l'anima mia come terra deserta
ha sete solo di te
l'anima mia come terra deserta

martes, 8 de marzo de 2011

Mercoledí delle Ceneri : Convertitevi - Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa

Fate penitenza

Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza.

Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare a lui.
Noè fu l'araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
CONVERTITEVI !!!

Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la penitenza. Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza impegnandosi con giuramento: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore - non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza.

Aggiunse ancora parole piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati. Di' ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamiate «Padre», ed io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera.
 Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola.

Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicandolo di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: Non si vanti il saggio della sua saggezza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e la giustizia (cfr. Ger 9, 23-24; 1 Cor 1, 31, ecc.).

Ricordiamo soprattutto le parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1. 2. 12, ecc.).

Stiamo saldi in questa linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell'obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is 66, 2).

Perciò avendo vissuto grandi e illustri eventi corriamo verso la meta della pace, preparata per noi fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili.

Il Vangelo della Domenica - IX del Tempo Ordinario

Carissimi fratelli,
quando nel Vangelo il signore annuncia che non riconoscerà a quelli che sebbene avevano fatto tante cose buone (profetato, scacciato demoni, prodigi) ci vuole insegnare un’importante lezione. Non basta con fare del bene se non lo facciamo essendo buoni.

Per spiegarlo vi racconto ciò che è successo nel mio paese alcuni anni fa. Una rivista molto importante offriva un articolo che parlava di Lady Di e Madre Teresa di Calcuta. Si intitolava “Due donne sante”. Siccome entrambi erano morte nello stesso anno, il giornalista aveva deciso di paragonarle, parlando di come entrambi aiutavano i poveri e come la gente aveva pianto la loro morte. Ma in nessun momento parlava della grande differenza esistente tra la vita della principessa e quella della suora.

E’ vero che Lady Di aiutava i bisognosi, pero è anche vero che era tristemente famosa per la sua vita amorosa. Dicono che l’uomo che era insieme a lei il giorno della sua morto era il suo amante. 

E’ anche vero che la Madre Teresa, oggi beata, serviva ai poveri 24 ore su 24, tutti i giorni del anno. E’ la fondatrice di una congregazione religiosa che continua la sua opera di servizio attraverso le sue figlie spirituali e la sue virtù eroiche sono state riconosciute per la Chiesa.

Come vedete non c’è paragone possibile. Così possiamo capire che non basta con fare qualcosa buona, se non facciamo la volontà di Dio, costruiamo su sabbia. Non è abbastanza fare il bene, dobbiamo essere santi.

Oggi Gesù ci chiama ad essere come l’uomo saggio che costruisce la sua “casa” sulla roccia. Lui è la nostra roccia, il nostro motore. La Beata Madre Teresa diceva sempre “Lo facciamo tutto per Gesù” ed è questa la autentica vita cristiana, il vero amore a Dio tradotto in amore al prossimo.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

viernes, 4 de marzo de 2011

Portare la Parola - Dal «Commento sui salmi» di sant'Ambrogio, vescovo (Sal 36, 65-66)

Apri la tua bocca alla parola di Dio

Sia sempre nel nostro cuore e sulla nostra bocca la meditazione della sapienza e la nostra lingua esprima la giustizia. La legge del nostro Dio sia nel nostro cuore (cfr. Sal 36, 30). Per questo la Scrittura ci dice: «Parlerai di queste cose quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai» (Dt 6, 7). Parliamo dunque del Signore Gesù, perché egli è la Sapienza, egli è la Parola, è la Parola di Dio. Infatti è stato scritto anche questo: Apri la tua bocca alla parola di Dio.

Chi riecheggia i suoi discorsi e medita le sue parole la diffonde. Parliamo sempre di lui. Quando parliamo della sapienza, è lui colui di cui parliamo, così quando parliamo della virtù, quando parliamo della giustizia, quando parliamo della pace, quando parliamo della verità, della vita, della redenzione, è di lui che parliamo.

Apri la tua bocca alla parola di Dio, sta scritto. Tu la apri, egli parla. Per questo Davide ha detto: Ascolterò che cosa dice in me il Signore (cfr. Sal 84, 9) e lo stesso Figlio di Dio dice: «Apri la tua bocca, la voglio riempire» (Sal 80, 11). Ma non tutti possono ricevere la perfezione della sapienza come Salomone e come Daniele. A tutti però viene infuso lo spirito della sapienza secondo la capacità di ciascuno, perché tutti abbiano la fede. Se credi, hai lo spirito di sapienza.

Perciò medita sempre, parla sempre delle cose di Dio, «quando sarai seduto in casa tua» (Dt 6, 7). Per casa possiamo intendere la chiesa, possiamo intendere il nostro intimo, per parlare all'interno di noi stessi. Parla con saggezza per sfuggire al peccato e per non cadere con il troppo parlare. Quando stai seduto parla con te stesso, quasi come dovessi giudicarti. Parla per strada, per non essere mai ozioso. Tu parli per strada se parli secondo Cristo, perché Cristo è la via. In cammino parla a te stesso, parla a Cristo. Senti come devi parlargli: «Voglio, dice, che gli uomini preghino dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese» (1 Tm 2, 8). Parla, o uomo, quando ti corichi affinché non ti sorprenda il sonno di morte. Senti come potrai parlare sul punto di addormentarti: «Non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, finché non trovi una sede per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe» (Sal 131, 4-5).

Quando ti alzi, parlagli per eseguire ciò che ti è comandato. Senti come Cristo ti sveglia. La tua anima dice: «Un rumore! È il mio diletto che bussa» (Ct 5, 2) e Cristo dice: «Aprimi, sorella mia, mia amica» (Ivi). Senti come tu devi svegliare Cristo. L'anima dice: «Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, svegliate, ridestate l'amore» (Ct 3, 5). L'amore è Cristo.

miércoles, 2 de marzo de 2011

Il Vangelo della Domenica - VIII del Tempo Ordinario

Carissimi fratelli,

nel mondo odierno ci sono tantissime cose che ci preoccupano. Sono convinto che voi non siete di quelli che vivono preoccupati per la moda o per il pasto, voi siete già al di là di queste cose. So che vi saranno altre cose che vi attirano la attenzione: la vita e la educazione dei vostri figli, la unità del matrimonio, il futuro, la pace nel mondo, la salute, etc. C’è molto per preoccuparsi.

Ma il Signore oggi vuole che siamo preoccupati di una cosa sola: Lui e il suo Regno. Potrebbe sembrare strano pero è una lezione essenziale. Già lo aveva insegnato San Agostino: Ama e fa quello che vuoi. Chi ama sempre fa del bene, chi ama compie i comandamenti, chi ama fa la volontà di Dio.

Gesù sta presente nel mondo attraverso l’Eucaristia e quasi sempre sconosciuto per molti e abbandonato da parte dei suoi amici. Questa dovrebbe essere la nostra principale preoccupazione: stare con Cristo. Lì impareremo a vivere in cristiano e sarà l’inizio del vero cambiamento. Un mondo eucaristico sarà un mondo perfetto, in pace, con giustizia e amore.

Noi dobbiamo cercare il Regno di Dio e tutte le altre cose verranno dalla provvidenza di Dio. Non c’è niente da che preoccuparsi quando si ha tutta la fiducia messa nelle mani del Signore. D’ora in poi non dobbiamo preoccuparci, ma occuparci in dare e cercare compagnia a Gesù Sacramentato. Lui farà tutt’altro.
Fino al Cielo.

P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti