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lunes, 26 de diciembre de 2011

Il Verbo si fece carne - Dal trattato «Contro Noèto» di sant'Ippòlito, sacerdote

Rivelazione di Dio invisibile

Uno solo è Dio, fratelli, colui che noi non conosciamo per altra via che quella delle Sacre Scritture.

Noi dobbiamo quindi sapere tutto quanto le divine Scritture ci annunziano e conoscere quanto esse ci insegnano. Dobbiamo credere al Padre, come lui vuole che gli crediamo, glorificare il Figlio come vuole che lo glorifichiamo, ricevere lo Spirito Santo come desidera che lo riceviamo.

Procuriamo di arrivare a una comprensione delle realtà divine non secondo la nostra intelligenza e non certo facendo violenza ai doni di Dio, ma nella maniera in cui egli stesso volle rivelarsi nelle Sacre Scritture.

Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla c'era che fosse in qualche modo partecipe della sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola, così anche lo creò. Il mondo cominciò ad esistere, perciò, come lo aveva desiderato. E quale lo aveva progettato, tale lo realizzò. Dunque Dio esisteva nella sua unicità e nulla c'era che fosse coeterno con lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo, ma completo in tutto. In lui si trovava intelligenza, sapienza, potenza e consiglio. Tutto era in lui ed egli era il tutto. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da lui prefissato, ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose.

Poiché dunque Dio possedeva in sé la sua Parola, ed essa era inaccessibile per il mondo creato, egli la rese accessibile. Pronunziando una prima parola, e generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suo stesso Pensiero, e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato.

Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di lui, ma egli è l'unico che viene dal Padre.

Questi poi diede una legge e dei profeti e li fece parlare nello Spirito Santo perché, ricevendo l'ispirazione della potenza del Padre, annunziassero il volere e il disegno del Padre.

Così dunque fu rivelato il Verbo di Dio, come dice il beato Giovanni che sommariamente riprende le cose già dette dai profeti mostrando che questi è il Verbo, nel quale tutto fu creato. Dice Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, senza di lui nulla è stato fatto» (Gv 1, 1. 3).

Più avanti dice: Il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne presso i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto (cfr. Gv 1, 10-11).

martes, 20 de diciembre de 2011

Tempo di Avvento, IV Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
nella quarta domenica del avvento il Vangelo ci porta al momento più bello della storia umana e divina. L’intervista dell’angelo Gabrielle e la Madonna ci riportano alla nostra infanzia, quando nei giorni del Natale i nostri genitori ci ricordavano ciò che fu accaduto a Nazareth. Oggi lo stesso passaggio ci fa pensare nella risposta di Maria e del suo impatto nella salvezza del mondo.

Quella ragazza d’appena quattordici anni dimostra che era veramente piena di grazie. Alla proposta dell’angelo risponde con prontezza e soprattutto generosità. “Si faccia in me secondo la tua parola”, così come anni più tardi suo figlio direbbe “Sia fatta la tua volontà” mentre pregava nell’orto degli ulivi. Perché glielo aveva insegnato la Madre, perché tutti dobbiamo sapere che quello è lo scopo della nostra esistenza. La nostra felicità, la felicità di tutti in questa vita e in quella del al di là, dipende del compimento della volontà di Dio.

Purtroppo molti preferiscono compiere la propria volontà. Non vogliono rendersi conto che la volontà umana è imperfetta, perché siamo peccatori. Una volontà tante volte capricciosa e cambiante, mozza quasi sempre per l’egoismo. Ma ci sembra d’avere ragione, ci pare che la nostra strada è più bella, più feconda. 

E’ vero che Dio non risparmiò la Croce neanche a suo proprio Figlio. La volontà di Dio include la Croce perché è parte della vita. Si sbaglia chi pensa che facendo la propria volontà potrà eludere i problemi e le sofferenze. La Croce è dolorosa me ci portò la salvezza. Le croci quotidiane sono anche necessarie per la santificazione, per la fecondità, così come per seminare è necessario lavorare la terra.

Maria e anche Gesù ci hanno mostrato la strada giusta, quella che porta gioia e pace a tutti. Non possiamo pretendere di fare altrimenti. L’amore sincero include il sacrificio e le rinunce, perché attraverso tutto ciò si opera la redenzione.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

jueves, 15 de diciembre de 2011

Per lodare la Parola - Sei tu Signore il Pane



Sei tu, Signore, il pane,
tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova,
sei vivo in mezzo a noi.

Nell'ultima sua Cena
Gesù si dona ai suoi:
«Prendete pane e vino,
la vita mia per voi».

«Mangiate questo pane:
chi crede in me vivrà.
Chi beve il vino nuovo
con me risorgerà».

È Cristo il pane vero
diviso qui tra noi:
formiamo un solo corpo
e Dio sarà con noi.

lunes, 12 de diciembre de 2011

Tempo di Avvento, III Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
la terza domenica del Avvento ha un nome particolare: Gaudete (rallegratevi). Se vi siete accorti le due letture ci invitavano a gioire. Nel salmo responsoriale abbiamo cantato il Magnificat della Madonna, che esulta di gioia in Dio. Ma tutta questa gioia cristiana ha una sola radice ed è questo ciò che la Chiesa ci vuole ricordare.

Immaginate un cagnolino legato tutto il giorno. Visualizzate lo stesso cane nel momento che viene slegato: corre in circoli, abbaia forte, salta e saluta al padrone. Tutto per manifestare la gioia di sentirsi libero. Più meno così si sente l’anima dopo di essere liberata dalla condanna eterna, dalla legatura del suo peccato.

Credo che tutti abbiamo fatto l’esperienza del perdono. Non ci sono parole per descrivere la sensazione di libertà e di pace dopo ricevere la remissione delle nostre colpe. Questa emozione la possiamo esperimentare ogni volta che ci confessiamo con vero dolore dei nostri peccati. E’ questa la gioia che ci invita a vivere la parola di Dio che abbiamo letto nella domenica “Gaudete”.

Così come San Giovanni è la voce che annunzia il Cristo che porta il perdono e la salvezza, soltanto chi ha fatto questa esperienza del sacramento della riconciliazione, sarà capace di annunziare il tempo di grazia del Signore. La Parola ci invita a ricevere il perdono e ad aiutare ai nostri fratelli a riceverlo. Solo così potremmo tutti gioire e goderci la pace che Gesù ha portato al mondo.

Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

domingo, 11 de diciembre de 2011

Mio santo padrone: sacerdote e catechista

Il Beato Cesare de Bus nasce a Cavaillon, città della Provenza, il 3 febbraio del 1544, il settimo di una famiglia di tredici figli. La famiglia de Bus, di origini italiane, è profondamente cristiana e, sulle ginocchia della sua mamma, Cesare impara ad amare Dio e a servirlo nella gioia.

Accogliente e riservato nello stesso tempo, i suoi doni artistici si manifestano sempre di più. Il suo spirito poetico, infatti, è ascoltato e applaudito negli ambienti raffinati della borghesia provenzale. Trascinato quasi a sua insaputa nella vita mondana dei suoi tempi, Cesare si allontana da Dio: egli diventa un cortigiano ambizioso e disimpegnato come tutti gli altri.

Dio che veglia su di lui, gli mette a fianco due semplici amici: Antonietta Reveillade, una dama di compagnia spesso presente a casa sua, e Luigi Guyot, un sarto che si impegnava come sacrestano della cattedrale. Mentre Antonietta parla a Cesare e lo provoca, Luigi prega per lui.

Una sera, mentre Cesare si appresta a raggiungere un gruppo di amici, è improvvisamente toccato dalla grazia di Dio. Nel suo cuore sente una voce: "Tu vai di nuovo a crocifiggermi!". Questa è la vittoria dell'amore sul peccato. Cesare, allora, prende una decisione e si ripromette: "Passerò attraverso la porta stretta e salirò i sentieri scoscesi che conducono alla salvezza!".

A 32 anni, Cesare riprende gli studi con coraggio e umiltà. Una domenica d'agosto del 1582 è ordinato sacerdote. Dopo questa data, il suo apostolato non cessa di organizzarsi e svilupparsi. Tutta la Provenza beneficia del suo annuncio convinto della Parola di Dio. Catechista geniale, Cesare vuole bene e predilige i bambini e per loro mette a punto delle catechesi adatte alla loro età. Per il ministero della Parola e della catechesi fonda una congregazione di sacerdoti, i Padri Dottrinari, per insegnare la Dottrina Cristiana a tutti i livelli.

Pur essendo cieco dal 1594, la sua passione per la salvezza delle anime non conosce riposo. Cesare si impegna a rimanere intimamente unito a Dio e il suo stile di vita è esemplare. Il mattino di Pasqua, il 15 aprile del 1607, dopo molte sofferenze muore sotto la protezione e i sorriso di Maria, la Vergine madre di Gesù e madre nostra.

viernes, 9 de diciembre de 2011

Per pregare meglio - A Gesú Buon Pastore

A GESU’ BUON PASTORE

Gesù mio, sono anch'io una tua pecorella; quante volte ho voluto allontanarmi da te, ho lasciato i pascoli erbosi, le acque tranquille dove tu mi conducevi, ho rifiutato di seguirti, di stare dentro il tuo gregge; ma ho trovato sassi e spine, acque amare e serpenti velenosi; nella solitudine e nel buio ho belato di paura, ho bramato di vedere il tuo volto, di sentire la tua voce….., E tu pure hai provato tanta pena per me, mi hai chiamato e cercato, nei fossi e tra i dirupi, infine mi hai raccolto, tremante, fra le tue braccia, sul tuo cuore mi hai fatto riposare, hai fasciato il mio piede sanguinante. Ed ora che ci siamo ritrovati, o mio Signore, voglio restare sempre con te, vicino a te, non voglio più separarmi, mai più! ", Ti amo, Gesù, mio Buon Pastore, mio Signore e mio Dio; fai che possa restare sempre con te, sempre con te, in Questo mondo e per tutta l'eternità. Grazie, Signore Gesù, mio Signore e mio Dio, mio tutto, ora e sempre. Amen.

lunes, 5 de diciembre de 2011

Tempo di Avvento, II Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
tutta Gerusalemme andava da Giovanni che predicava e battezzava nel deserto. Lui faceva un chiamato alla conversione e al pentimento. Il popolo giudeo confessava i suoi peccati e si faceva battezzare. Ma tutto questo movimento ha un’origine molto importante: il dolore per i propri peccati. Questo pentimento ha una radice essenziale che è l’amore a Dio. Giusto di questo fatto sorge la domanda per l’uomo d’oggi: Perché facciamo fatica per andarci a confessare? Perché sembrerebbe così difficile chiedere perdono a Dio? Perché tanti rimangono senza la grazia di Dio per lunghi periodi?

Quando offendiamo a qualcuno che amiamo molto subito ci nasce la necessità di fare pace. Non ci stiamo tranquilli sapendo che il nostro rapporto è ferito, c’è in noi l’urgenza di chiedere il perdono. Quando la persona che abbiamo offeso non è così importante per noi, di solito lasciamo passare il tempo. Quell’urgenza per riconciliarci non la sentiamo così forte come quando c’è l’amore. Ne anche parlare quando il rapporto con l’altro è molto debole o non esiste proprio. In quei casi forse non ci interessa fare pace nemmeno chiedere il perdono.

Allora è logico pensare che se dopo commettere un peccato non abbiamo un vero dolore per l’offesa fatta al Signore, non sentiamo la necessità di confessare, il nostro amore verso di Lui è molto debole. Questo è un grande problema, una mancanza che non possiamo trascurare.

Sicuramente oggi Giovanni chiama anche a noi. L’avvento è un tempo per esaminarci, nel caso d’oggi, sull’amore. Forse ci sono altri amori nel nostro cuore che tolgono il posto a Dio. Mentre non lo mettiamo nel centro della nostra vita faremmo sempre molta fatica ad andare avanti nella vita spirituale. Gesù ci offre il suo amore insieme al suo perdono, basta chiederlo, basta amarlo abbastanza come per curare sempre il nostro rapporto con Lui. Allora la nostra priorità di vita sarà la comunione con Cristo.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti