nel Vangelo della seconda domenica di quaresima gli apostoli vedono il volto di Gesù trasfigurato. Ma questo non è la cosa più impattante per loro. Sentire la voce di Dio Padre che manda ascoltare suo Figlio fa tremare i discepoli del Signore. Tuttavia Gesù afferma loro “Alzatevi e non temete”. Vorrei soffermarmi oggi su questa frase.
Molti pensano, quando sentono parlare della penitenza, che Dio sta arrabbiato con noi, quindi dobbiamo tranquillizzarlo a traverso le nostre opere. Allora, secondo questa concezione, la quaresima sarebbe un tempo per calmare la ira di Dio. Pensando così gli apostoli avrebbero ragione di avere paura del Padre. Però Gesù gli dice di non temere.
Quindi se non dobbiamo temere Dio, chi dobbiamo temere. Soltanto ci dovrebbe produrre paura il male e le cause del male. E’ l’uomo chi attraverso il peccato genera il male e con ciò la sofferenza. Allora dobbiamo temere l’uomo, dobbiamo di temere noi stessi.
La quaresima ci mette davanti ai nostri sbagli, ai nostri peccati. Ci fa capire come abbiamo fatto soffrire gli altri, e come è sempre il peccato ciò che sta alla radice di ogni sofferenza. Vedendo questo possiamo emendare con il digiuno, la preghiera e la elemosina. Dio è buono, non fa mai del male a nessuno. Anzi Lui ha inviato suo Figlio unico a consegnarsi sulla Croce per salvarci della conseguenza del peccato che è la morte eterna. Dobbiamo amarlo, non temerlo.
Carissimi abbiamo ancora l’opportunità di approfittare questo tempo liturgico. La lotta è dentro di noi stessi. Dobbiamo vincere l’uomo vecchio che abita in noi. Alziamoci ed andiamo al’incontro del Signore.
Fino al Cielo.
P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti
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