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martes, 7 de diciembre de 2010

Il Vangelo della Domenica - Domenica II di Avvento

Carissimi fratelli,
il nostro Signore Gesù Cristo ha fatto una grande lode di Giovanni Battista. Ha detto che non era nato nessuno più grande di lui e ciò li da una importantissima autorità alle sue parole. Lui è l’ultimo dei profeti.

Fruttificare sempre
La sua missione era preparare il popolo ebreo per farlo capace di ascoltare la Parola del Messia. Il passaggio del Vangelo secondo Matteo, che abbiamo condiviso la domenica scorsa , ci mostra Giovanni come un personaggio che parla senza timore, con sincerità assoluta.

La sue parole sebbene sono dure, ci dicono chiaramente che cammino dobbiamo seguire. Non basta essere “figli di Abramo” perché Dio può li può fare dalle pietre. No basta essere cattolico, avere il certificato di battesimo o della cresima. No possiamo pensare che tutto ciò è abbastanza come per vincere la vita eterna. Dobbiamo produrre i frutti degni di conversione e dobbiamo produrli sempre.

Davanti a questa verità, le risposte di solito sono tantissime. Per prima dobbiamo essere accettare il nostro dovere di rendere i frutti. Non siamo nel mondo per pensare soltanto in noi stessi e nello che vogliamo per noi. Apparteniamo a Dio ed è a Lui a chi dobbiamo rendere i conti. La nostra ragione di essere è servire Dio. Il albero che no produce i frutti sarà tagliato. Chi non è capace di uscire del proprio egoismo, per amare Dio e i fratelli, rischia di essere tagliato.

C’è chi si sente sicuro per i frutti che ha dato nel passato. Me lo diceva un mio amico, che adesso non va più in Chiesa, ma prima andava tutti giorni. Secondo lui il Signore aveva gia raccolto i suoi frutti e bastava con quelli del passato. Sembra che si ha dimenticato che il buon albero produce i soui frutti ogni anno. Se smette da farlo, lo tagliano lo stesso.

C’è chi si sente impossibilitato di dare i frutti. Ragioni ci sono come per fare una collezione: la età, le malattie, la condizione sociale o intellettuale, etc. Vi ricordo la vita di Santa Teresa di Gesù Bambino. Lei è morta nel monastero di chiusura, aveva soltanto 24 anni. La tubercolosi la uccideva lenta e dolorosamente, mentre lei offriva tutta la sua sofferenza per la missione e i missionari. Dal suo letto di dolore è stata capace di sostenere la evangelizzazione e perciò la Chiesa l’ha dichiarata padrona mondiale delle missioni .

Finalmente, non possiamo rimanere senza fare niente. Il tempo d’Avvento è un tempo di conversione per dare i frutti. Cambiare la nostra vita non significa soltanto abbandonare il peccato, ma uscire dell’egoismo e compiere il comandamento nuovo. Questo ci ricorda Giovanni Battista. Questo ci preparerà per accogliere Gesù ogni giorno.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

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