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lunes, 4 de julio de 2011

Tempo Ordinario, XIV Domenica - Fare vita il Vangelo.

Carissimi fratelli,

dopo quasi un mese di ferie ricomincio la nostra condivisione del Vangelo. Domenica scorsa abbiamo letto un pezzo molto sentito della Parola: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Una frase che molti hanno imparato a memoria perché conforta tanto nei momenti difficili. La mancanza capita quando ci fermiamo li e dimentichiamo ciò che viene dopo: Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”. Quindi non c’è ristoro senza prendere il giogo.

Il nostro Gesù è un maestro di vita e non potrebbe mai farci diventare inutili. Lui ci da la forza, ci ha dato la intelligenza e tutte le capacità per servire, per costruire il mondo. Non possiamo pretendere che sia Lui a farlo tutto quando ha messo nelle nostre mani tanti doni che dobbiamo amministrare.

Ciò che ci stanca e opprime non è il lavoro o la vita, ma il peccato e l’allontanamento da Dio. Quando il nostro spirito non riceve l’aiuto dal Signore, non ha più la forza per andare avanti, quindi si stanca, si esaurisce. Gesù ci ha lasciato i sacramenti, soprattutto la Eucarestia, per nutrirci e darci la forza, il ristoro.

Oggi dobbiamo prendere il giogo dolce di Cristo, quello che ci farà trovare conforto, non perché non pesa ma perché il suo peso è leggero. Gesù non porterà il giogo per noi, ma lo farà con noi. Mai ci lascerà da soli. Essere i suoi discepoli significa lottare ogni giorno contro la nostra carne, per far vincere lo spirito, come lo afferma San Paolo nella seconda lettura.

Una vita lontana da Dio sarà sempre noiosa e vuota, e ci stancherà prima o poi. Soltanto Gesù ci rende felici e servirlo da senso alla nostra esistenza. Prendiamo il suo giogo dolce e riceviamo il suo aiuto attraverso la Messa e la preghiera quotidiane e saremo sempre confortati e gioiosi.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

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