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domingo, 3 de abril de 2011

Quaresima, IV Domenica - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,

oggi il Vangelo ci mostra due tipi di ciecità, quella fisica e quella corporale. Mentre il nato cieco riceve dal Signore entrambe le due viste, i farisei che potevano vedere con il corpo, rimassero ciechi nello spirito. Mentre il nato cieco si apre al messaggio di Gesù, alla sua Divinità, alla fede, i pregiudizi , e soprattutto la superbia dei farisei fanno rimanere loro spiritualmente ciechi.

Come possiamo vedere nel Vangelo il nato cieco non conosceva dall’inizio che quello che lo aveva guarito era il Messia. Prima solo sapeva che si chiamava Gesù. Dopo affermava che era un profeta. E’ alla fine e dopo ritrovare il Signore che riceve la fede e si prostra dinanzi a Gesù. La sua umiltà li permette , a poco a poco, scoprire che era il Messia chi li aveva donato la vista.

I farisei potevano vedere con il corpo, ma erano spiritualmente ciechi. Loro pregiudizi erano come una venda che impediva loro di vedere il Signore. Addirittura avevano minacciato con la espulsione della sinagoga a chi dicesse che Gesù era il Messia. Davanti al miracolo del cieco la loro ciecità non vedeva niente. Come vedete la superbia impedisce accettare anche ciò che è evidente.

Attualmente siamo testimoni di quanto genera la superbia del uomo. Le guerre, le vendette, la ingiustizia, il divorzio, etc, sono tutti frutti della superbia. Invece l’umiltà produce concordia, pace, comunione e soprattutto santità. Capita che per vincere la superbia dobbiamo aprire il cuore a Cristo, lasciarlo entrare. Sarà Lui a farci umili, capaci di vedere spiritualmente.

Il Vangelo d’oggi ci chiama ad aprire la nostra anima all’azione dello Spirito di Dio. L’umiltà lo farà possibile. Diventeremmo come un legno nelle mani del migliore artigiano. E’ Lui chi fa le grande opere, ma sempre ci vuole la nostra disponibilità.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

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