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lunes, 21 de noviembre de 2011

Solennitá di Cristo Re - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
non esiste cosa più naturale che amare ai nostri genitori. Magari la ragione più chiara è che sono stati loro a darci la vita e a curarci e farci crescere. La risposta normale a tanta attenzione è giustamente l’amore. Amiamo come risposta al amore ricevuto, non farlo sarebbe una grande ingratitudine. Perciò è naturale amare Gesù. Nessuno ci ha amato tanto, nessuno ci ha fatto tanto del bene. Lui si è consegnato per redimerci, per aprirci le porte del Cielo.

Celebrare la solennità di Gesù Cristo Re del universo ci fa pensare nella maniera come Lui regna sul mondo. Non possiamo immaginarlo come un re che approfitta la sua posizione, il suo potere, per dominare, per farsi servire. Tutto lo opposto, Lui abita in mezzo a noi come quello che serve, che si dona per amore e questo amore si traduce nel bene fatto a chi si ama. Si può capire allora perché nel Vangelo parla del giudizio finale facendo vedere come saremmo giudicati sulle opere di misericordia fatte o omesse.

Gesù non ha bisogno di niente perché Lui è Dio. Tuttavia si fa presente nei bisognosi, nei piccoli, nei sofferenti. Lì aspetta essere amato e servito. Quella è la maniera che i cristiani abbiamo di regnare. Così come il nostro Maestro è passato facendo il bene, anche noi siamo chiamati ad amare nel servizio a tutti, specialmente ai più deboli.

Per noi è naturale amare quindi sarà anche naturale servire. L’indifferenza non è parte del cristianesimo, siamo di quelli che si prendono cura degli altri, che sono disposti a donarsi e a rinunciare per il bene supremo. Soltanto attraverso l’amore si può trasformare il mondo. Soltanto amando si può entrare in paradiso.
Fino al Cielo.

P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti

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