Carissimi fratelli,
la domanda “Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio?” che ha fatto il buon ladrone al suo compagno cattivo, ci da la spinta per riflettere oggi. Giustamente è quel timore insieme alla sua fede, quello che lo ha fatto guadagnare il paradiso. Adesso che il Vangelo ci fa ricordare quel momento, credo che dobbiamo anche ricordare la importanza del dono di “Timore di Dio”.

Il nostro unico Re è Gesù. Solo a Lui dobbiamo rendere culto, offrire una totale obbedienza e adorazione. Però quante volte ci dimentichiamo del nostro dovere e ci lasciamo trascinare per il ambiente di ateismo o di religione “light” e finiamo per trattare Gesù più meno come lo ha trattato il ladrone cattivo.
Lo Spirito Santo è chi ci da il Dono di Timore di Dio. Non abbiamo paura di Dio, però sappiamo che e Dio a chi ci rivolgiamo, è al Re del Universo a chi diciamo le nostre preghiere.. Sicuro che ricordare questo ci aiuterà a essere più delicati nel confronto con il Signore all’ora di servirlo, di pregare, e di compiere i nostri doveri. Perché siamo i suoi servi, i suoi schiavi, però allo stesso tempo Lui ci chiama amici. Abbiamo un Re pieno di amore.
Oggi il Vangelo ci chiama a coltivare questo dono che ci permetterà approfondire nella nostra relazione e pure nella nostra comunicazione con Dio. Senz’altro ci farà più devoti nella nostra vita spirituale e più coraggiosi nella vita quotidiana.
Fino al Cielo
P. César Piechestein
ilpreteditutti
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