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martes, 31 de enero de 2012

IV Domenica del Tempo Ordinario - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
il Vangelo questa volta ci porta a un episodio molto importante della vita pubblica del Signore. Tuttavia se non stiamo attenti possiamo rimanere con la idea che la cosa più interessante sarebbe quella dei demoni cacciati, quando in realtà ciò che viene sottolineato è altra cosa.

Dall’inizio San Marco ci mette in rialzo la importanza del insegnamento di Gesù, e come la gente si meravigliava al sentirlo insegnare con autorità. Giustamente da quel punto dobbiamo partire e prendere l’espulsione dei demoni come una prova del potere divino di Gesù. Così chi ascolta Lui non ascolta soltanto a un grande maestro ma al Dio che si è fatto uomo.

Oggi sono tante le voci che lottano per attirare la nostra attenzione e tante colte ci distraggono dell’unico insegnamento che veramente ci può dare la felicità.

Il Papa ci ha invitato a vivere un anno della Fede. La fede si nutre del messaggio di Gesù. Perciò Sua Santità ci ha ricordato l’importanza di rinnovare la fede attraverso il Catechismo della Chiesa Cattolica. Questo è il testo che ci guiderà alle profondità della dottrina, ci aiuterà a conoscere meglio i misteri del nostro credo. Dobbiamo ricordare che nessuno ama ciò che non conosci.

Possiamo concludere la nostra riflessione ringraziando il Signore che ha voluto rivelarsi, mostrarci il suo piano, abbassarsi perché noi potessimo conoscerlo. Resta a noi corrispondere a dono così grande fanno il nostro meglio per conoscere ed imparare bene la dottrina della fede.
Fino al Cielo.

P. Cèsar Piechestein
ilpreteditutti

martes, 24 de enero de 2012

Domenica III del Tempo Ordinario - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
Gesù ci chiama sempre, ci chiama con dolcezza con la speranza di avere una risposta positiva. Nel Vangelo di questa domenica ci ha chiamato a seguirlo in due dimensioni: una personale e una comunitaria. Dobbiamo capire bene questa chiamata perché è così come la Croce, senza di essa non saremmo capaci di ripagare l’amore che Gesù ci da.

Quasi sempre al leggere le chiamate di Gesù agli Apostoli, molti cristiani non le prendono come una cosa personale. Collegano queste chiamate al sacerdozio ministeriale che non è la missione di tutti. Perciò semplicemente vanno avanti convinti che quella parte del Vangelo non c’entra con loro. Tuttavia non è così, perché la Parola di Dio è luce per tutti, quindi dobbiamo cercare di capire cosa dice ad ogni uno di noi, secondo il proprio stato di vita.

La prima chiamata di Gesù è alla conversione. Siccome tutti siamo peccatori, nessuno si può sentire escluso. Convertirsi significa fare un giro, come i soldati, per passare dell’indifferenza al amore, del peccato alla vita della grazia. Quindi il Signore ci chiama alla santità, ci chiama ad essere i suoi discepoli.

Però non possiamo pensare che la religione sia qualcosa soltanto personale, individuale. Cristo ci chiama alla santità di vita attraverso la comunità, la Chiesa. Essere pescatori di uomini significa che ogni cristiano è chiamato ad aiutare nella salvezza del prossimo. Dobbiamo aiutarci a vicenda in questo cammino verso la santità.

Ecco le due dimensioni della vita cristiana, ecco a cosa ci chiama il Signore a tutti. Così come la Croce a due legni, uno verso l’alto verso Dio e uno che abbraccia il mondo. Amare Gesù è la cosa più bella, seguirlo invece è la più dolce.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

domingo, 8 de enero de 2012

Battesimo del Signore - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
la festa del Battesimo del Signore ci ricorda che anche noi siamo stati battezzati e così siamo diventati membri della Chiesa. Nel momento che Cristo riceve le acque da Giovanni si manifestano anche il Padre che parla dal alto e lo Spirito che scende su di Lui in forma di colomba. Così possiamo anche ricordare che nostro Dio è famiglia, è comunità.

Queste due idee sono alla fine una sola. Dio che è una famiglia, attraverso il Battesimo chi ha fato diventare parte della sua grande famiglia che è la Chiesa. Essere battezzato significa ricevere le grazie della salvezza, la filiazione divina, e soprattutto l’eredità: il Regno dei Cieli.

Però fare parte di una famiglia significa anche avere delle responsabilità, e questo molte volte rimane dimenticato o molto trascurato. Una famiglia che educa sa insegnare a ogni membro a svolgere un compito. Se ogni uno compie il suo dovere, la famiglia si sviluppa e riesce ad arrivare alla sua meta che è produrre uomini e donne santi. Tuttavia sembrerebbe che questa priorità sia stata molto dimenticata.

Giovanni compie la sua missione, ha molto chiaro che lui deve preparare il cammino del Messia. Gesù sa che è venuto per fare la volontà del Padre, e questa obbedienza lo porta fino alla Croce. I santi hanno capito bene anche questo che chiamiamo corresponsabilità, che significa che nella famiglia dei cristiani che è la Chiesa di Do, tutti abbiamo una missione da compiere, una responsabilità.

Quando in una comunità cristiana questa verità è chiara per tutti, la Chiesa cresce e si fortifica. Non mancano i ministri, ne le anime consacrate. I più deboli sono curati, e i sofferenti consolati e accompagnati. La Parola viene celebrata e annunziata a tutti e l’Eucaristia è il centro della vita ecclesiale. Senza capire questa grande verità capita tutto l’opposto e la Chiesa soffre.

Oggi che ricordiamo il nostro battesimo, dobbiamo anche ricordare la chiamata del Signore alla perfezione, al amore e al servizio. Siamo tutti membri della Chiesa, corresponsabili e quindi è prioritario metterci in marcia per rispondere alle necessità del mondo. E la prima e più importante delle necessità è conoscere Gesù. Se ogni cristiano fa il suo dovere la Chiesa riuscirà a portare il Vangelo a tutta l’umanità.
Fino al Cielo.

P. César Piechestein
ilpreteditutti

lunes, 2 de enero de 2012

Santa Maria Madre di Dio, Tempo di Natale - Fare vita il Vangelo

Carissimi fratelli,
nella immagine che vi condivido oggi vediamo alla Madonna adorare suo Figlio. Lei capiva perfettamente che quel bimbo era il Messia, il promesso dei tempi, il Salvatore del mondo. Quel Dio a chi lei aveva sempre pregato adesso stava tra le sue braccia per essere sfamato, curato e cresciuto da lei.

Sappiamo per la tradizione che la Vergine Maria andava spesso al Tempio a pregare, fin dalla sua infanzia. Come tutti i giudei aspettava il compimento della promessa che Dio aveva fatto di inviare un Salvatore al mondo. Per lei era chiara quella priorità, perchè senza il Redentore nessuno poteva entrare in Cielo. Quando l’angelo Gabriele venne a trovarla ella accetto la missione di Madre del Salvatore, collaborando così direttamente nella redenzione del genere umano. Dopo che Gesù fu acceso al Cielo lei rimasse con gli Apostoli, lo conferma il fatto che lei era presente nel Cenacolo quando scese lo Spirito Santo in Pentecoste. Perciò la chiamiamo Madre della Chiesa. Così possiamo vedere che la sua priorità è stata sempre la stessa, prima, durante e dopo Gesù: la Salvezza.

Maria non dimenticò mai che l’unico che veramente conta in questa vita e raggiungere la salvezza della nostra anima, quindi quella dovrebbe essere la nostra priorità di vita. Questo processo che comincia con il nostro battesimo include anche i nostri prossimi, perché siamo tutti parte del Corpo Mistico di Cristo. Maria sapeva che suo figlio era nato per salvare il Popolo di Dio, del quale lei faceva anche parte.

Noi dobbiamo verificare se la nostra salvezza e quella dei nostri fratelli è la nostra priorità. E’ molto facile lasciarsi portare per altre cose buone e importanti: il coniuge, i figli, lo studio, il lavoro, l‘azione sociale, etc. Tutte cose necessarie che ci possono aiutare ad arrivare alla metta sempre che non dimentichiamo la vera priorità. Non possiamo prendere i mezzi come fini. Il nostro oggettivo è la salvezza.

Stiamo cominciando un nuovo anno civile, opportunità preziosa per mettere un po’ d’ordine se fosse il caso, nelle nostre priorità di vita. Ci basterà con seguire l’esempio di Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa. Così come lei non ci dobbiamo distrarre dell’unica cosa che veramente conta. Sono sicuro che a lei quello la rallegrerà, perché per la nostra salvezza si sacrificò suo Figlio.
Fino al Cielo. 

P. César Piechestein
ilpreteditutti